Lezione di “Psicologia applicata” (allo shopping)

24 Dic

(Una settimana fa…)

L’orologio segna le 18.00 ed io sono già fuori dall’ufficio.
Manca ancora un’ora e mezza prima che i negozi del centro di Bologna abbassino le serrande ed io, per quel brandello di pomeriggio, mi sono data una missione: comprare un cappello di lana. Che non si capisce dove siano sepolti tutti quelli acquistati negli ultimi inverni.

Quindi, le parole chiave sono: UN (la quantità) e CAPPELLO (l’oggetto).

Pronti, via!

Appena cento metri dopo ho mani e faccia spiaccicati contro una vetrina di Via Farini.

vetrina

Ed è subito problema: in quella vetrina non figura alcun cappello di lana, bensì DUE (e ho già sballato) STIVALI (e ho risballato).

I problemi aumentano in un batter d’occhio: il budget che avevo destinato all’oggetto della missione non può neppure lontanamente coprire quello delle calzature in questione. Ma manco per niente.

Però, come dire… i saldi sono vicini, la tredicesima pure (che con il pensiero l’ho già spesa 3 volte)… e allora, dai, intanto potrei provarli, per poi pensarci su!
Si, si, si! Mi conosco, posso farlo.

Entro.
Chiedo il 38.
Mi spiace, mi risponde la commessa con l’espressione sensibilmente rammaricata e le mani giunte, il 38 è terminato.
Oh, vedi!? Problema risolto. Ringrazio e mi volto per uscire.

La porta scorrevole del negozio è già spalancata, quando… Aspetti! La voce. Della commessa. La sento. Dice a me?
Si, ho un 38 messo da parte per una persona che non è più passata. Posso farglielo provare.

La mia bocca sorride, la mia mente pensa CACCHIO!

Sfilo i miei stivali con la consapevolezza che, prima dell’inizio dei saldi, è l’ultimo 38 disponibile. Indosso quelli nuovi con l’altra consapevolezza che sono davvero belli. Come se non bastasse ci provo anche un abito color rossomodadiquestanno, che alla fine il total look è una bomba. Ho pure i capelli stranamente in ordine e la faccenda non aiuta.

Toh, guarda qua!

stivali

Ma sono una persona forte. Se ho detto che li provo, li proverò e basta.

Non faccio in tempo a dire alla commessa che ci penserò su, che lei mi guarda e pronuncia queste parole: Ti trovo dimagrita dall’ultima volta!
Ogni sforzo a quel punto è inutile. Il mio bancomat sta già strisciando in autonomia sul pos.

Quelle parole appagherebbero una magra di default, figuriamoci una che l’unica persona che continua a definirla costantemente secca è sua nonna, dopo 3 interventi di cataratta.

Va bene, cara commessa, tu ti sarai pure guadagnata una laurea in psicologia honoris causa, ma io sono sicura di aver fatto la scelta giusta.
D’altronde a mente fredda si ragiona meglio.
E la mia, senza cappello, è rimasta al gelo!

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